Possibile?

Tentenno con le mani a un soffio dalla tastiera.
Accarezzo le lettere e vorrei, davvero, vorrei riuscire a rispondere a queste semplici domande.
Sono stata già abbondantemente ripresa e il mio senso di colpa continua ad allungarsi a macchia d’olio. Sono così sfinita e scoraggiata da non aver nemmeno la voglia di piangere.
Possibile?
“Devi solo dire chi sei, cosa sai fare, come puoi renderti utile, semplice no?”
Ci penso e mi sento ancora più stupida.
Perché non so rispondere a nessuna delle tre e mi sembra abbastanza assurdo.
Non so chi sono, ma posso dirti esattamente cosa provo, raccontarti con minuzia quello che sento.
Non ho mai capito questa mania di definirsi con un nome, un titolo, un’età. Non dicono niente di chi sei, sono dati destinati ad adagiarsi inutili sulla superficie.
Cosa so fare? Non saprei, una laurea davvero ti rende in grado di fare qualcosa concretamente, al di fuori dei libri, nella vita reale, tra affitti e bollette da pagare?
Mica puoi imbrodarti di elogi o definirti talento, e poi loro chiedono parametri oggettivi e io so che ciò che distingue me con i classici parametri non c’entra niente.
Come potrei essere utile a loro?
Non ho ancora capito come poter essere utile a me, alla mia vita in costante ristrutturazione. Figurati come potrei mai spiegare che “grande” acquisto potrei essere per loro.
So solo che esisto per le parole.
Sono nata dalle parole, quelle pronunciate con una promessa a fior di labbra quasi 30 anni fa, la stessa promessa che rinnovo ogni giorno scrivendole su un foglio.
Un semplice, sconsiderato atto d’amore.
Non ho niente di speciale, nessun titolo strabiliante, nessuna impresa eroica o conoscenza particolare.
Niente di tutto questo.
Solo le parole.
Sono parte di loro, fanno parte di me.

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Risposte

  1. Avatar alemarcotti
    alemarcotti

    Bellissimo

    1. Avatar federicabiasco
      federicabiasco

      Grazie!

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